Le Grandi Recensioni

Lucio Battisti – Il Mio Canto Libero

Posted in dischi, musica by Ares on giugno 30, 2010

In questo blog e tra le varie cose che leggo/guardo/ascolto non c’è molto spazio per l’Italia e i suoi prodotti.

Il motivo è semplice: la noia che mi assale quando leggo/guardo/ascolto qualcosa di italiano e il dato oggettivo che in Italia si produce una tale quantità di robaccia che alla fine lascio perdere e mi butto sui prodotti stranieri che sono più nelle mie corde…

Per carità, abbiamo avuto artisti straordinari: in campo musicale possiamo vantare grandissimi cantautori e alcune band che hanno fatto la storia del rock progressive negli anni 70. E anche oggi, a cercar bene, si trovano tante belle cose, nascoste in mezzo a un mare di merda sdolcinata e inutile.

Ma alla fine si parla sempre e solo dei De André (strordinario), dei Dalla (strordinario fino al 1983) e De Gregori (il più elegante), dei Guccini (no comment, e non perché mi piaccia nda) eccetera…e quando si parla di Lucio Battisti, il più fine sperimentatore nella storia del cantautorato italiano, si menzionano sempre e solo i grandi classici o lo storico duetto con Mina.

E non si parla degli album…

1972, Lucio Battisti regala all’Italia e al mondo Il Mio Canto Libero. E’ la stagione dei grandi capolavori della coppia Battisti-Mogol che con quest’album raggiunge una delle vette più alte della miscela musica e poesia dei due autori.

Un album che tratta temi come amore, morte, la protesta, con la semplicità stordente delle parole di Mogol come sempre ispirato dalla musica di Battisti mai cosi delicato. Musicalmente complesso e spiazzante (il Battisti sperimentatore che pochi ricordano e ancor meno menzionano…sigh…), tralasciando le conosciutissime e ovunque trattate La Luce dell’Est, Il Mio Canto Libero e Io Vorrei…Non Vorrei…Ma Se Vuoi… troviamo esperimenti di storpiature vocali come in Luci-ah che ha un vago sapore beatlesiano, Vento Nel Vento (una delle più belle e dimenticate canzoni dell’intera storia musicale italiana e sapientemente saccheggiata da De Gregori), brani di protesta come L’Aquila e lo straordinario e folle dialogo di Gente Per Bene e Gente Per Male (in questa il basso lo ha suonato Bruno Longhi, il giornalista Mediaset, pazzesco… nda). E il rock alla Il Tempo Di Morire di Confusione.

Tutta l’esperienza di vita di Lucio Battisti trasmessa in musica e tradotta in versi da un genio della parola.

Il Mio Canto Libero e’ quello che viene appunto detto nel titolo dell’album: un uomo che canta la propria libertà, l’amore, la paura e la rabbia, e che ci lascia con una domanda che ha trovato risposta (negativa) nel mare di sterco artistico-musicale in cui navighiamo ora: come può uno scoglio arginare il mare?

Restiamo aggrappati a questo scoglio, piccola isola felice di rara bellezza.

5 Risposte

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  1. skonch said, on giugno 30, 2010 at 21:32

    credo che all’epoca fosse l’unico in Italia al passo con l’eccezionale musica anglo-americana (anche se faber, secondo me, non ha niente da invidiare alle liriche di Dylan per esempio)…Battisti lo adoro e lo amerò sempre per le splendide “emozioni” che mi ha fatto vivere…

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  2. bixx said, on luglio 1, 2010 at 10:10

    Grazie Ares per avermi ricordato di Battisti. Proprio stamattina pensavo di preparare qualche playlist di musica italiana che mi piace. Mi e’ venuta nostalgia delle cose che scoltavo da piccola con mio papa’, come Rino Gaetano, Gaber, la primissima Gianna Nannini… e Battisti!

    (per ora giro per le strade di Svezia saltellando al ritmo di Renato Carosone!)

    bixx

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  3. Sidistef said, on luglio 6, 2010 at 14:56

    Ciao Ares, ciao a tutti! Per me Battisti è i Beatles, ma solo per me, e solo per un mero fattore di ordine dei numeri. Mi spiego, come i Beatles è il più grande della musica di tutti i tempi, o almeno è considerato tale dalla massa. I fab four nella loro Inghilterra, il riccioluto di Poggio Bustone per noi italiani. Ecco, loro sono la vera musica di massa. I Rolling Stones fanno aggrinzare le rughe ad alcuni, i maggiolini mettono d’accordo gli schiavi coi re, i pro ai contro, gli zero e gli uno. E come i Beatles anche con Lucio ancora faccio fatica a ordinare nella testa i suoi lavori, mi ritrovo con un fragoroso chiasso che non ammette repliche, quando cerco di scavare nella cronologia dei loro dischi mi viene il mal di testa e l’unico appiglio è un best of. Per l’appunto, sono i due poli di cui la musica ha offerto la maggior quantità di “meglio di”, per carità, molti di pessimo gusto. Insomma, per chiudere, anche se volessi disfarmene non avrei abbastanza tempo per farlo…

    ps: su Guccini sei stato ingeneroso però…

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  4. InstantCrassic said, on marzo 3, 2011 at 00:11

    Bello. Ma il top, a mio modesto avviso, è in quel gioiello folle e stralunato di Anima Latina (1974)..

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    • Ares79 said, on marzo 3, 2011 at 16:04

      Anche su Anima Latina bisognerebbe fare un bel discorso. Prima o poi…

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