Midlake – Antiphon
Nuovo album per i Midlake, nuovo percorso per la band di Denton (Texas) orfana del precedente leader Tim Smith che ha preferito continuare da solo (e coi suoi tempi biblici aspetteremo ancora a lungo prima di risentirlo).
Il ruolo di leader lo ha assunto Eric Pulido, chitarrista.
Risultato? Antiphon.
Per nostra fortuna i Midlake non sembrano aver risentito troppo dell’abbandono di Smith. Anzi, sembra che la nuova direzione presa sia sicuramente fedele al passato ma con una certa tendenza a smarcarsi da certe atmosfere languide (a volte pure troppo) dei lavori firmati da Smith come il precedente The Courage of Others.
In sostanza i nuovi Midlake si stanno trasformando in una band che sembra voler unire la matrice folk-rock con la psichedelia fine anni 60: citando nomi a caso si può pensare ai Pink Floyd di More, o alla cosiddetta “Scuola di Canterbury”, oppure (ri)pensare all’album d’esordio degli stessi Midlake, quel Bamnan and Slivercork che ormai quasi 10 anni fa aveva fatto conoscere questi ragazzotti prima del capolavoro The Trials of Van Occupanther del 2006.
L’album si apre con la title-track a cui segue l’ottima Provider (poi ripresa in chiusura del disco). Scivola per 43 minuti tra melodie eleganti e curatissime e in questi minuti vanno segnalati quelli occupati da Aurora Gone, Ages e Corruption oltre alla strumentale Vale.
È già successo in passato che una band abbia perduto il leader e che questo fatto abbia poi permesso al resto dei componenti di spiegare le ali e dare sfogo alle proprie idee e ambizioni. A volte è andata bene, altre volte male, ma nel caso dei Midlake ci sono tutti i presupposti per proseguire ancora a lungo e senza rischiare di perdersi per strada come successo ad altri. Speriamo sia così, c’è tanto bisogno di buona musica e questi texani dal gusto musicale tremendamente europeo possono aiutarci.
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